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Alta Via d'Europa n. 2

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L'Alta Via Europa 2 costituisce la parte centrale del tracciato che scavalcando le Alpi, collega Monaco di Baviera a Venezia. Ha il suo punto di partenza nel cuore della storica città tirolese di Innsbruck.
Questo è stato un trekking di 3 gg, che ho effettuato con l'organizzazione Sentierando, si è svolta sulle montagne in Alto Adige al confine con l'Austria.
   1° giorno: dal passo del Brennero al rifugio Europa. Si parte dal passo del Brennero nel primo pomeriggio di un piovviginoso giorno d'agosto. Entriamo in territorio Austriaco percorrendo la statale, per circa 300 mt sino all'imbocco della Venntal (si era optato per la salita dal territorio Austriaco perchè meno faticosa rispetto a quella presente in territorio Italiano). Ci inoltriamo nella boschiva Venntal (val di Venna), dove ci fermiamo per un veloce spuntino, e la percorriamo tutta sin quasi al suo bacino terminale, dove noi abbandoniamo la strada sterrata e proseguiamo per il sentiero n° 531-6 che sale il fianco sulla sinistra orografica della valle. Il sentiero sale, da subito ripido, in mezzo al bosco, che lascia poi posto al prato ed ai pascoli sempre sotto una fitta ed insistende leggera pioggia; infine procediamo su sfasciumi di roccia con una visibilità ridotta perchè procediamo immersi nelle nubi. Alla fine la nostra faticosa marcia si conclude al rifugio, dove arriviamo abbondantemente inzuppati. Il rifugio è costruito per 2/3 in territorio Itakiano, e per 1/3 in territorio Austriaco, costruito nel secolo scorso è stato inaugurato il 10/9/1989 e sorge sul sito del vecchio rifugio costruito dagli Austriaci nel 1899. Una abbondante cena ristoratrice ci risolleva in parte il morale per un trekking che non è iniziato nel migliore dei modi, poi il sonno ristoratore ci rimette in buona forma per le successive fatiche.
   2° giorno: ci riserva una sveglia (di buon mattino) molto promettente, innanzi tutto il cielo è tornato completamente sgombro di nubi e sereno, oltre che limpido (le montagne che ci circondano si vedono con una nitidezza incredibile); il panorama è bellissimo ed inoltre ci siamo riposati completamente e siamo pronti a ripartire per la lunga marcia che ci porterà dal rifugio Europa al rifugio Gran Pilastro. Dopo una abbondante colazione iniziamo a percorrere il sentiero n° 3 che conduce dal rif. Europa al passo di Vizze (importante valico pedonale fra l'Itgalia e l'Austria; il sentiero (abbastanza comodo) è tracciato in territorio Italiano su ripidi pendii erbosi che salgono verso la cresta di confine, diventando, quasi sempre in alta quota, delle pareti di roccia. Prima di raggiungere il passo di Vizze incrociamo una diramazione del sentiero che a destra scende ripido verso il fondovalle. Tagliamo con una discesa mozzafiato campi fioriti, passiamo accanto a baite ed infine raggiungiamo il fondovalle incrociando la strada sterrata che dalla valle Vizze sale al passo. La percorriamo per un breve tratto ed ad un tornante la abbandoniamo per seguire il sentiero n° 1 verso il rifugio Gran Pilastro: la nostra meta odierna. Poco dopo, al ponte che attraversa il rio Sottomonte, ci fermiamo per un rapido quanto meritato pranzo. Da quì inizia la lunga salita che ci porterà al rifugio; il sentiero attraversa pascoli sale lungo un ripido pendio boschivo fino a piccoli fienili abbandonati (mt. 1847). Ora la pendenza diviene meno marcata e si sale lungo il fianco destro orografico dell'Alpe di Sottomonte, con tratti rocciosi (a volte molto esposti), attorno a noi paesaggi d'alta montagna molto belli e suggestivi. Si attraversa un valloncello, dal quale la Vedretta dela Quaira Bianca, si è molto ritirata verso le alte quote (anche quì la scriteriata attività umana che agisce sul clima ha prodotto effetti nefasti!). Ad un bivio seguire il sentiero che prosegue sulla destra in direzione SE, e superato un crinale roccioso si arriva al rifugio. E' situato a mt. 2710, ed è posto su uno sperone di roccia che guarda verso la Vedretta del Gran Pilastro (anch'essa molto ridotta dagli eventi climatici), in una posizione molto panoramica. Il primo rifugio fu costruito nel 1881 dal club alpino Austriaco, mentre l'attuale struttura fu inaugurata nel 1986; il rifugio è molto accogliente e da ospitabilità con i suoi 80 posti letto. Io sono stanchissimo, ma come la sera precedente, una buona cena ed il riposo notturno mi rimette in sesto per la l'impegnativa salita che ci attende la mattina successiva.
   3° giorno: ci si sveglia di buon ora, anche per il chiasso delle altre comitive presenti, e notiamo subito con raccapriccio che il tempo è nuovamente cambiato; nubi minacciose ingombrano il cielo: non sono certamente un buon presagio. Cerchiamo di prendere tempo per decidere il da farsi; ci laviamo e poi scendiamo per fare colazione. Alla successiva verifica il tempo è in parte cambiato, ora sono presenti delle larghe chiazze di azzurro, e le nubi sono meno invadenti. Ci precipitiamo a svuotare gli zaini di tutto ciò che non serve per la salita, e partiamo, prima di poter ripensarci. Risaliamo, in direzione NE, i pendii alle spalle del rifugio, inizialmente su zolle erbose poi lungo un ripido canalone roccioso, attrezzato con corde. Si prosegue sul crinale sovrastante fino ad una esile forcella a quota 3250 mt. Si guadagna poi il filo di cresta, che diventa sempre più esile, sino ad arrivare sotto la cuspide sommitale, molto ripida ed esposta, inoltre parzialmente innevata (cioè scivolosa per neve ghiacciata). Con attenzione la superiamo ed arriviamo ai 3510 mt. della vetta. Il panorama è stupendo, siamo in vetta alla più alta montagna delle Alpi Aurine: sul Pilastro di una lunga cresta di 40 km, che segna la linea di confine fra Italia ed Austria, che va dal passo di Vizze alla forcella del Picco. Il freddo pungente ed il vento non ci permettono di rimanere in quota a lungo, per cui dopo le foto di rito iniziamo, con grande prudenza, la discesa che in poco tempo si conclude al rifugio, per un abbondante e meritato pranzo. Il ritorno verso valle avviene, inizialmente percorrendo il sentiero n° 1 (come per la salita) e poi nella bassa valle scendiamo sulla strada del passo di Vizze sino al paese di Sasso, dal quale un autobus ci trasporta a Caminata ed ad una pensione, dove ci possiamo lavare, ristorare e passare la notte in modo confortevole, ripensando ai magnifici panorami che sono ancora vividi nella nostra mente. Oggi ho stabilito il mio record di dislivello giornaliero in discesa: 2040 mt.
   4° giorno: per me i trekking è finito, mentre il resto della compagnia prosegue verso il rifugio Vipiteno ed altre interessanti escursioni, io mi avvio sulla via del ritorno verso casa.
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