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Alta Via delle Dolomiti n. 1

5° giorno: il giro del Monte Pelmo --- rif. Fiume - rif. Venezia - rif. Fiume.
        guarda il tracciato su Google Hearth.
        (tutti i tracciati GPS sono stati forniti da Sentierando).
Il Monte Pelmo è una montagna delle Dolomiti che raggiunge i 3.168 m s.l.m.. Si trova all'altezza del passo Staulanza, separando la Val di Zoldo dalla Valle del Boite (Cadore). La montagna è molto peculiare, perché si articola in due cime principali che sono il Pelmo vero e proprio, a nord, e il Pelmetto (2.990 m) a sud. Altra caratteristica della montagna si può riscontrare dal versante est dove, essendo in vista l'ampio circolo glaciale, appare simile ad un sedile, motivo per cui viene localmente soprannominato el Caregon de 'l Padreterno ("il Trono del Padreterno"). Dopo la colazione, fuori dal rifugio, ci prepariamo per la lunga escursione   che ci impegnerà per tutto il giorno; oggi il tempo è molto migliorato, la pioggia notturna ha lasciato spazio ad ampie zone di cielo sereno. Dopo aver guardato il panorama attorno a noi, che spazia dal vicinissimo Pelmo alla Civetta ed alla lontana Marmolada   , ci incamminiamo lungo il sentiero, ed oggi al posto delle mucche, fuori del recinto del rifugio, troviamo dei cavalli . Si parte , effettueremo il periplo del Pelmo in senso orario; percorriamo il sentiero n. 480 che sale alla Forcella Forada , con magnifiche viste sul Pelmetto e sulla Croda Toronda , in breve, risalendo pratoni, si arriva alla Forcella Forata (mt. 1977) , importante luogo di transito fin dall'antichità tra la Val Boite e la Val Fiorentina. Alla forcella breve pausa per guardaci attorno . Scollinata la forcella il sentiero, prosegue in direzione sud, verso l'imbocco della Val D'Arcia, poi si piega verso est e si sale con accentuata pendenza ; l'ultimo tratto è particolarmente faticoso . Arrivati ad un dorso verdeggiante entriamo nella Val D'Arcia , davanti a noi la parete nord del Monte Pelmo , ed altre belle vedute  . Si sale, inizialmente su prati fioriti , poi lungo un vallone detritico, su una traccia ben visibile, passando sotto le Cime di Val d'Arcia; non si può fare a meno di notare la loro sofferta conformazione, a faglie ripiegate che a tratti si presentano come lisce lastronate di roccia. Il sentiero è meno faticoso del tratto precedente e non presenta difficoltà di sorta , sino al nostro arrivo alla Forcella di Val D'Arcia (mt. 2476) , da cui si gode una splendida vista sulla Val Boite, sull'Antelao e sulla regina delle Dolomiti, la Marmolada . Lasciamo la Forcella di Val D'Arcia e scendiamo lungo il sentiero, che qui si chiama sentiero Flaibani, che ricalca un percorso utilizzato sin dai tempi antichi dai cacciatori di camosci e che, dopo la nascita del rifugio Città di Fiume (1964) sul versante nord del Pelmo, si pensò di rendere accessibile agli escursionisti realizzando un facile collegamento con il rifugio Venezia. All'inizio è molto ripido e franoso, per cui è necessario porre la massima attenzione , poi spiana alquanto  e si percorre l'enorme pendio di detriti sotto la Spalla Est (3024 m), l'ala orientale del Monte Pelmo; il sentiero corre lungo le pendici della Croda di Forca Rossa e raggiunge infine un ripido ammasso di sabbia. Quì il sentiero diventa stretto ed esposto, ma alcune corde fisse e Paolo aiutano le ragazze a scendere , davanti a noi un panorama di cime famose  . Arrivati ad una forcelletta tra il Torrione Inferiore e un suo contrafforte orientale, la vista si apre sui prati sottostanti dove sorge il rifugio Venezia ; continuiamo a scendere sui ghiaioni , più avanti giungiamo al bivio con il sentiero che porta all'attacco della via normale al Monte Pelmo. Qui il gruppo si divide, i più ardimentosi (io compreso) salgono sino alla cengia di Ball, mentre gli altri scendono a rifugio. Si sale per cengia a gradoni, che man mano si restringe, fino a delle placche chiare da risalire a destra, raggiungiamo così la cengia di Ball . Ne percorriamo un piccolo tratto, poi mentre tutti si fermano io continuo per un centinaio di metri, voglio rendermi conto delle difficoltà, per un eventuale futura salita al Monte Pelmo; è stretta, sempre a strapiombo e difficile, assolutamente da evitare in caso di pioggia . Poi tutti noi rientriamo e scendiamo al rifugio . Il rifugio Venezia - Alba Maria de Luca è situato nel comune di Vodo di Cadore, fra la Valzoldana e la Valle del Boite, ai piedi del massiccio del Pelmo, a 1947 m s.l.m. Storico edificio, fu costruito nel 1892 ed è il primo rifugio presente nelle Dolomiti; noi ritardatari raggiungiamo gli altri componenti del gruppo nella sala da pranzo del rifugio per consumare il nostro frugale pranzo arricchito dalla zuppa locale . Si riparte dal rifugio Venezia sul sentiero 471, in questo tratto molto fangoso, attraversiamo un gruppo di mucche stese sull'erba a ruminare  e dopo circa 10 minuti di cammino mi accorgo di aver dimenticato la fotocamera al rifugio; lascio gli altri che proseguono e ritorno a prenderla (tempo e fatica buttati). Arrivato al Passo di Rutorto lascio il 471 che scende verso valle e prendo a destra il 472, parte dell'Anello Zoldano; seguo il sentiero che con lunghi saliscendi costeggia le rocce del Pelmo  , attraversa la zona dei Mandre so Pelf, qui l'orizzonte si allarga, è un'ampia zona di pascolo, panoramica e di solare bellezza, con i caratteri tipici dell'iconografia classica dolomitica  . Oltre si arriva alla torre detta La Dambra  , in quanto assomiglia ad uno zoccolo di legno, simile a quelli olandesi, usato dai valligiani. Con lunghi saliscendi in ambiente panoramico   si continua ad aggirare il poderoso massiccio del Pelmo; più avanti appare il Pelmetto (m 2993) "fratello minore", ma solo per modo di dire   . Poco dopo raggiungo gli altri al Col de la Crepe Cavaliere, si cammina ora in mezzo ai mughi ed a vegetazione bassa  , con le rocce del Pelmetto sempre sopra di noi . Più avanti, sulla destra, parte un sentiero che in 20 minuti porta alle impronte dei dinosauri; salendoci arriverete alla base del Pelmetto dove troverete un masso in cui sono riconoscibili le orme di piccoli dinosauri  . Il sentiero continua in leggera discesa in direzione nord-ovest, prima tra i mughi , per poi entrare nel bosco di abeti e larici . Dopo poco tempo arriviamo sopra il valico stradale di Forcella Staulanza , siamo stanchi e ci fermiamo per una sosta  . Riprendiamo a camminare, ora il sentiero 472 si dirige verso nord-est, inizialmente ancora nel bosco , poi percorre i ghiaioni alla base del Pelmetto; è necessario seguire attentamente la traccia, in qualche punto non evidentissima  . Poi un breve rientro nel bosco   ed infine si arriva al rifugio, dopo una lunga marcia che ci ha portato a vedere tutti i versanti del Monte Pelmo.




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