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Alta Via delle Dolomiti n. 1

3° giorno: rif. Tissi - Pala Favera
        guarda il tracciato su Google Hearth.
        (tutti i tracciati GPS sono stati forniti da Sentierando).
La solita sveglia mattutina, e dopo la colazione ci si prepara per un altro giorno di fatica, ma quello che percorreremo oggi, unitamente alla seconda parte del percorso di ieri è uno dei tratti più maestosi dell'alta via delle Dolomiti, consente la visione della grande muraglia settentrionale della Civetta, la “Parete delle Pareti”, la Wand der Wände dei tedeschi che amano moltissimo questa montagna. Lasciamo il rifugio e per il sentiero n. 563 scendiamo dal Col Reàn , sino ad incrociare il sentiero n. 560 che imbocchiamo verso sinistra e si percorre la val Civetta  , trascurando le deviazioni che a destra vanno in direzioni delle pareti di roccia, quanto mai superbe e vertiginose . Camminiamo verso nord nella luce morbida del primo mattino, in lontananza davanti a noi si ergono le cime del gruppo de la Croda da Lago  ; il sentiero in leggera salita ci porta alla Forcella di Col Negro  , 2203 m, dalla quale si gode di una grande visione dalla Torre d’Alleghe alla vetta della Civetta , sul rifugio A. Tissi alle nostre spalle , ed ad ovest sulla maestosa parete sud della Marmolada . Iniziamo a scendere , dietro di noi il Col del Negro si allontana , ma poco dopo compare il grazioso Lago Coldài, 2143 mt , ed in breve raggiungiamo il laghetto, splendido catino d'acqua ai piedi delle rocce della Civetta  ; ci fanno compagnia le marmotte con i loro fischi, ed una flora d'alta montagna . Un breve tratto ci porta alla Forcella Coldài , 2191 m, da dove si scende al rifugio Sonino al Coldài . Il rifugio è posto all'estremo nord del gruppo della Civetta, alla testata della Val Ziolere, è intitolato alla memoria di Adolfo Sonino, alpinista veneziano, alla cui morte (negli anni '30) la famiglia elargì una somma di denaro per la ristrutturazione della capanna sorta nel 1905   . Per raggiungere la nostra meta: Pecol, ci sarebbe un facile sentiero e poi una sterrata (n. 556), ma noi optiamo per un itinerario più faticoso ed un poco difficile (almeno per le signore che sono con noi). Seguiremo il sentiero numero 557 (questo tratto prende anche il nome di sentiero Tivan) verso sud, che rimane sempre in quota sotto le verticali pareti orientali del gruppo della Civetta (passeremo sotto la Torre di Coldai, la Torre di Alleghe, la Torre di Valgrande, la Torre da Lago,e la cima della Civetta). Lasciato il rifugio (per me un po' a malincuore), iniziamo il nostro percorso , poi il sentiero si avvicina alle pareti di roccia e procede su facili roccette , con qualche breve tratto attrezzato, molto facile, ma che procura problemi a qualche signora della compagnia . La parte più tecnica del sentiero è terminata, ricominciano dei lunghi traversi, sempre abbastanza vicini alle pareti della Civetta , e questo da un grande sollievo alle signore; dietro di noi troneggia la massicia mole del Monte Pelmo , (m.3.168), la cui forma concava ricorda quella di un gigantesco trono (=caregon, da cui 'el caregon de Dio'), è stata la prima grande vetta dei monti "pallidi" ad essere scalata dall'uomo. Procediamo ora abbastanza spediti verso lo Schinal de Bech , luogo che come dice il nome ci può permettere di avere vedere il re della montagna: lo stambecco, ma noi non saremo così fortunati. Subito dopo, su un grosso masso, una freccia a destra indica il sentiero di raccordo fra il 557 e l'attacco della ferrata Alleghesi : bella ed esposta ferrata (ma non difficile) che risale la Punta Civetta (e da li si arriva comodamente in vetta al Monte Civetta) . Ora il sentiero, che continua a correre a ridosso delle cattedrali di roccia  , scende, per poi puntare decisamente verso il bosco sottostante dopo il bivio con il sentiero che porta al rifugio M. V. Torrani . Al Col Grand (mt. 1927) abbandoniamo il sentiero 557 per il 587, che scende, con magnifiche vedute sul Monte Pelmo , prima per pratoni e successivamente nel bosco sino ad incrociare la strada sterrata che da Crep do Pecol scende a Pecol Vecchio . Stanchi ma soddisfatti arriviamo in paese  , e subito ci mettiamo alla ricerca di un punto di ristoro, che troviamo in una pasticceria/gelateria, con enoteca e ristorante . Poi dopo esserci soddisfatti con leccornie varie che abbiamo trovato in pasticceria, ci siamo messi in marcia verso Pala Favera, chi a piedi chi facendo l'autostop. Il sentiero inizialmente taglia la strada che sale a tornanti, poi trasformatasi in stradina sterrata costeggia la statale sino al grande spiazzo dove c'è un campeggio e due ristori . Questa notte la passiamo in modo confortevole, con una doccia non a gettoni ed una cena molto buona!




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