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Ferrata al Piz Trovat (Engadina)

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Per caso navigando in internet mi sono imbattuto in una pagina web che descrive questa discretamente facile ferrata; due cose mi convincono a percorrerla: il tragitto da Tirano a Diavolezza con il trenino rosso delle ferrovie Retiche e l'ambiente fantastico con stupenda vista sul gruppo del Bernina.

Il trenino rosso: dal 2008 è diventato “Patrimonio mondiale UNESCO”, si tratta del terzo sito di ferrovia al mondo a ottenere il prestigioso titolo; è una meta fissa da parte dei turisti, ma anche un importante riferimento per gli spostamenti locali, un vero e proprio servizio pubblico. Salire sul trenino del Bernina equivale ad entrare in un teatro ed il paesaggio che ci scorre davanti è il palcoscenico che offre uno spettacolo che muta con ritmo pigro. Non è solo la natura a farsi ammirare ma è anche la ferrovia stessa a dare spettacolo: locomotive e vagoni giocattolo, stazioncine che sembrano fatte a traforo, curve strettissime vi faranno allungare le mani per afferrare la coda del treno, viadotti e gallerie elicoidali con pendenze a tratti impressionanti. Verso la fine dell' Ottocento nasce la proposta di introdurre una ferrovia tra le intricate valli alpine al fine non soltanto di collegare i centri principali di questa zona, ma soprattutto di potenziare l'attività turistica che diventerà poi il motore trainante dell'economia di molte valli. La spinta decisiva per il progetto la diede l'apertura del tronco ferroviario Sondrio-Tirano nel 1902: una ferrovia che da St. Moritz arrivasse a Tirano, avrebbe avuto la possibilità di collegarsi all'intera rete italiana e, più in generale, europea. I lavori vennero iniziati il 1 maggio del 1906 e completati il 5 luglio 1910. Il percorso ha inizia a Tirano (429 mt) ed arriva a superare il passo del Bernina a quota 2253 mt per poi scendere a Pontrsina 1777 mt e raggiungere St. Moriz per una lunghezza di 60,5 km. La ferrovia è costruita a scartamento ridotto di 1 metro per superare meglio le asperità del terreno, con curve di raggio ridottissimo e pendenze fino al 70 per mille senza l'uso di cremagliera, ha 1 solo binario e offre lungo tutto il suo percorso panorami mozzafiato di ineguagliabile bellezza.
Il treno da Monza a Tirano non fa coincidenza, arrivo qualche minuto dopo le 8,50 orario di partenza del trenino rosso (con carrozze panoramiche), per cui devo attendere sino alle 9,40 in stazione   la partenza del treno successivo (si perde in pratica quasi un'ora). Il treno percorre le via della città di Tirano , si passa di fronte al Santuario della Madonna e ci si inoltra nella valle di Poschiavo. La ValPoschiavo, una valle spettacolare, armoniosamente adagiata su un altopiano, racchiude il Lago di Poschiavo che si trova a quota circa 1.000 metri; il trenino segue da vicino la strada e il torrente, in prossimità delle prime case di Brusio, descrive un ampio cerchio su un viadotto elicoidale, al fine di acquistare un po' di quota   . Si prosegue sino ad arrivare all'altopiano dove c'è adagiato il magnifico lago di Poschiavo ; raggiungiamo il piccolo centro di Miralago , e costeggiamo la riva sinistra del lago ; tra le case di Le Prese il trenino invade in parte la strada statale. Dopo la stazione di Poschiavo   inizia ad inerpicarsi lungo i fianchi della valle seguendo un percorso ripido fatto di curve e tornanti  sino a giungere al tranquillo piano dell'Alpe Cavaglia (1693 m)  dove ammiriamo un folto bosco di larici, abeti e pini cembri. Si continua lungo il fianco sinistro sempre più in alto verso nord e, con alcuni ripidi tornanti   , risaliamo l'ardua val di Pila, il paesaggio intorno a noi è spettacolare, verso ovest si apre lo spettacolo del ghiacciao del Palù e del Lag da Palù, il lago che raccoglie le acque provenienti da questo ghiacciaio   ; raggiungiamo così i 2091 metri dell'Alpe Grum  . Il tracciato continua a salire, ed im breve raggiungiamo il lago Bianco , ne percorriamo la riva destra, ancora un breve percorso  ed arriviamo alla stazione dell'ospizio del Bernina  che, con i suoi 2256 metri, rappresenta il punto piu' alto del percorso. Il mio viaggio è quasi finito, il treno inizia la discesa nella valle del Bernina, verso Poschiavo, ed in breve raggiunge la stazione di Diavolezza . Una breve attesa e poi salgo sulla funivia  che mi perterà ai 2973 mt di China di Diavolezza.

La ferrata: dalla stazione di arrivo della funivia si esce su un piazzale con una vista mozzafiato, il versante nord del Bernina: con, a partire da destra, il piz Cambrena (3603 mt), il piz Palù (3905 mt), il piz Zupo (3995 mt), la Cresta Aguzza (3869 mt), il piz Bernina (4049 mt), il piz Morteratsch (3751 mt). Sotto scorre la Vedretta di Pers, il cui grande bacino di alimentazione è alla nostra sinistra, sino a confluire col la Vedretta di Morteratsch che scende dal Bernina. Sul piazzale ci sono diversi tavoli e una piccola pozza di acqua calda con idromassaggio alimentata a gas. Dopo le immancabili foto mi avvio lungo il sentiero per raggiungere l'attacco della ferrata; si segue inizialmente quello per il sass Quder, al primo bivio (palina indicatrice) lasciarlo prendendo la traccia sulla destra. Purtroppo questa traccia non è ben segnalata, io mi sono in parte perso, anche se poi ho recuperato la giusta via e sono arrivato ugualmente all'attacco della ferrata. Nel percorrerla mi sono reso conto che, con le dovute differenze per l'ambiente in cui si svolge, essa assomiglia molto a quella del Centenario al Resegone: come quella è piena di staffe ed appigli artificiali, in pratica non si mettono quasi mai mani o piedi sulla roccia. Come dicevo la differenza sostanziale sta nell'ambiente in cui si svolge, quì siamo in alta montagna e la ferrata si conclude a 3146 mt, e l'esposizione in alcuni punti è piuttosto sensibile. Il percorso inizia a circa 2850 m, segue quindi il pilastro occidentale e attraversa a circa 3050 m una piccola gola per mezzo di un ponte a fune che la sovrasta, sotto il solco del Ghiacciaio Pers e dietro i colossi di ghiaccio del massiccio del Bernina. Oltre il ponte si continua a salire ed alla fine di 300 gradini metallici si è in vetta al piz Trovat, quì il panorama è ancora più grandioso rispetto a quello che si gode all'arrivo della funivia, siamo proprio sotto al piz Palù e più vicini, più dentro nel mondo glaciale che ci circonda. Il ritorno avviene per il sentiero che costituisce la via normale di salita, inizialmente si svolge su un ripido pendio fra massi, poi il sentiero si fa più agevole ed in breve si rientra alla stazione superiore della funivia.


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